Le Città metropolitane sono dunque in arrivo. Data prevista: 1° gennaio 2015.

Dopo oltre venti anni dalla loro ideazione giunge (salvo intoppi sempre possibili nella politica italiana) un cambiamento profondo che riguarda il sistema delle amministrazioni locali. Inoltre le Provincie vengono trasformate in enti di secondo livello, in attesa della loro definitiva abolizione con apposita legge costituzionale. Per Venezia invece, a fine anno, la Provincia verra’ assorbita dal nuovo Ente metropolitano.

Tutto ciò può rappresentare per Venezia un cambiamento radicale.
Accanto alla Città metropolitana si pone anche l’idea di un ripensamento circa il ruolo delle nostre sei Municipalità. E cioè, se esse stiano dando risposte concrete alle diffuse e legittime richieste di autonomia che da tempo provengono dai cittadini.

La risposta a questo interrogativo sta nei fatti. Le municipalità in questi anni hanno perso, per responsabilità politica e motivi diversi, interesse e capacità nel trascinare i cittadini a dibattere le scelte della vita civica. Non hanno prodotto quel coinvolgimento sul piano delle scelte amministrative perché impoverite nell’assegnazione di deleghe specifiche da parte del governo cittadino, mentre i cittadini chiedono luoghi vicino alla vita di ogni giorno nei quali si possa decidere su temi importanti come ad esempio: lavori pubblici, interventi sociali, servizi educativi, mobilità, etc.

Personalmente credo sia tempo di iniziare a progettare da subito un nuovo processo per una reale autonomia coordinata e di tipo speciale. La nascita della Città metropolitana è la strada per articolare il Comune in quattro forti Municipi. Uno per la città d’acqua e tre per la città di terra. Oltre a Mestre pensiamo a Marghera con i suoi 30.000 residenti: una città sviluppata attorno ad un polo industriale, oggi in crisi e al centro di un processo di riconversione, non più periferia ma nuovo centro urbano omogeneo, ricco di vitalità e di prospettive di sviluppo. Pensiamo a Favaro che chiede venga riconosciuta con i suoi 23.000 abitanti: una comunità con una propria autonomia produttiva e urbana, un’area in sviluppo come Tessera.

Restituire potere, condividere potere, coinvolgere nel potere di decidere i cittadini, significa restituire autonomia ai mondi vitali che animano questo territorio. Ci vuole coraggio e determinazione e soprattutto un radicale cambio di persone nella macchina amministrativa: volti nuovi, modalità nuove nel governo della città. Le titubanze o i minimalismi vanno superati con la forza di una nuova politica. Superare le resistenze dell’apparato amministrativo che teme una sottrazione di funzioni.

La sfida che ci pone oggi la nascita della Città metropolitana e l’abolizione delle Provincie è saper garantire autonomia assieme alla necessaria unità di un territorio. Ce lo chiede la storia di Venezia, il ruolo che essa riveste nella comunità nazionale e internazionale, i potenziali processi di modernizzazione.

assetto amministrativo, città metropolitana, municipalità

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Sandro Bergantin

Veneziano emigrato a Mestre. Bancario in pensione. Impegnato per molti anni nell'associazionismo e nel volontariato cattolico. Dal 2000 al 2005 Consigliere comunale a Ca' Farsetti nella lista civica "La Città Nuova". Dal 2006 al 2013 presidente del Centro culturale Santa Maria delle Grazie a Mestre. Tra i promotori dell'associazione VeneziaMetropoli

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