Settembre 2015, dopo appena pochi mesi tra progettazione e lavori, e senza nessun impatto sulla viabilità e sulle tasche dei cittadini, finalmente apre il NUOVO Centro Commerciale di Mestre.
Parcheggi gratuiti per chi fa shopping in centro, navette e biciclette per e dai parcheggi scambiatori, comodi cart elettrici per i disabili e gli anziani ed in più ogni weekend animazioni, giochi per i più piccoli e la scuola elementare di Via Costa attrezzata come centro di attività per l’infanzia con animatori e operatori specializzati, molli i bimbi in mani sicure e via a fare shopping in tranquillità.
Insomma un vero paradiso dello shopping visitato da moltissime persone delle province limitrofe ed anche dai molti stranieri che dopo aver visitato l’Outlet di Noventa fanno un salto anche qui per trovare le specialità del territorio.
Ma come è possibile? Solo un anno e mezzo fa, nella primavera del 2014, il centro di Mestre si stava svuotando, la gente affollava la Nave de Vero, l’Auchan o il Valecenter e snobbava i negozi del centro.
La situazione sembrava irreversibile, i lavori pubblici di Via Poerio, iniziati in maniera intempestiva durante una delle peggiori crisi economiche degli ultimi 100 anni e protratti per oltre 2 anni e la chiusura contemporanea di due importantissimi parcheggi in centro avevano dato la mazzata definitiva ai commercianti del centro. Le chiusure non si contavano più e nemmeno i cinesi o i negozietti Tutto ad un euro riempivano gli spazi lasciati vuoti da negozi che una volta erano il simbolo di una città attiva e vitale.
La politica come sempre non era riuscita a trovare risposte ai danni che essa stessa aveva provocato. La stessa assessora Rey in un parossismo di contraddizioni prima blindava l’ aree Marciana e dintorni dall’apertura di nuove attività di ristorazione per proteggere “il decoro” ( il tutto sotto lo sguardo attento dell’Aepe ), poi inaugurava in pompa magna un Billa in Rio Marin a pochi metri da uno storico casolin veneziano e poi finalmente, in un crescendo rossiniano, si stracciava le vesti sulle pagine de il Gazzettino lamentando l’assalto dei centri commerciali.
Insomma, il solito teatrino di incompetenza, pressioni di categoria e propaganda.
Invertire il declino fu relativamente facile una volta cambiato il governo della città, una volta che furono azzerati venticinque anni di clientele ed incompetenza al potere ed una volta che la Municipalità di Mestre fu dotata dei poteri necessari per una politica di difesa del commercio di vicinato e che l’Assessore di riferimento avesse le competenze e la volontà per essere un vero e proprio city manager. Bastò poco.
La carta Venezia è Unica (evoluzione incerta del disgraziatissimo iMob) venne agganciata ad un sistema di gestione dei parcheggi e ad un sistema di incentivi a punti con l’obiettivo di permettere a chi fa shopping in centro di usufruire dei parcheggi e favorire la fidelizzazione dei clienti. Il sistema è semplice, fai shopping, alla cassa presenti la tua card e oltre ai punti spesa per ogni 10€ hai diritto a mezz’ora di parcheggio gratuito entro la giornata.
I punti spesa poi possono essere utilizzati per vari servizi erogati dal Comune di Venezia inclusi i servizi ACTV ma anche ingressi a mostre, eventi culturali etc etc. Insomma più spendi in Centro più la città ti premia. Alla fine se acquisti in centro e il negoziante batte lo scontrino son soldi che tornano alla comunità in tasse, più che sufficienti per ripagarsi dei “premi” erogati. Bastava pensarci o volerci pensare.
La vera chicca poi è che tutto venne pensato per essere fruibile anche su smartphone. Basta collegarsi alla app per smartphone e tablet integrata con il database di Venezia è Unica e prima di partire da casa si possono vedere le aperture, le offerte, i punti accumulati e la situazione dei parcheggi. Una volta in piazza poi il wifi cittadino di Venice Connected dava tutta la connettività necessaria e a chi si connette dal centro comode notifiche push danno indicazioni sulla viabilità o occasioni ed eventi dell’ultimo minuto.
Oltre ai parcheggi un nuovo e più funzionale sistema di bici a noleggio che include anche piccoli veicoli elettrici per disabili ed anziani.
E poi bagni pubblici, punti informativi e di presidio e sicurezza del territorio e molte altre utilities tutte finanziate dalla possibilità per attività commerciali presenti nella cintura cittadina di affittare modesti spazi nelle piazze per presentare al pubblico i loro prodotti ( autoveicoli, sistemi di condizionamento, soluzioni per l’edilizia, tutte cose ovviamente non in competizione con il commercio del centro.)
Fu importantissima inoltre l’iniziativa dei commercianti che, una volta resisi conto che il Comune gli era amico e non nemico, cominciarono ad investire seriamente di tasca propria in comunicazione ed eventi che attraessero il pubblico. Smisero di lagnarsi ed aspettare che le cose cambiassero da sole e cominciarono a fare fronte comune invece che farsi guerra uno con l’altro.
Balconi fioriti, musica e animazione nelle strade, piccoli e grandi eventi organizzati con le molte associazioni di cittadini crearono un programma avvincente ed un clima di festa continua che gradatamente allontanò il degrado e anche il ricordo di vent’anni di declino che sembrava inarrestabile.
Piano piano tutti i negozi tornarono in vita, le luci delle vetrine si riaccesero ed anche le zone limitrofe vennero poco a poco ri-occupate riempiendo di luce le strade e le piazze e scacciando la paura, il degrado e i molti loschi figuri che negli ultimi anni avevano preso il posto dei sempre più timidi cittadini.
L’unica cosa che non fu possibile modificare fu il clima, con 30° e 0°, oppure con un acquazzone, i Centri commerciali tradizionali erano pur sempre un rifugio alle intemperie ma bastò seguire le stagioni invece che combatterle e giochi d’acqua d’estate o piste di pattinaggio e caldarroste d’inverno divennero una felice alternativa agli asettici corridoi dello shopping di massa.
Ci è arrivato questo messaggio dal futuro e non è nemmeno un futuro lontano od impossibile, basta vincere la paura di cambiare.
la foto originale è stata presa qui
centri commerciali, commercio, futuro
Emanuele Dal Carlo
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