Doveva essere pronto per l’Expo 2015, invece ora l’apertura al pubblico è spostata, ben che vada, al 2017. In fondo è questa la perdita che l’occhio avverte ogni volta che si sofferma sulle immagini della città incompiuta. E’ la sottrazione di luoghi fisici in cui si generano legami, rapporti, crescita economica e culturale. La domanda è: quando inizieranno i lavori per la costruzione dell’M9 e la ristrutturazione dell’ex Distretto militare di via Poerio? Porsi questa domanda è il minimo in una città che di brutte sorprese ne ha viste troppe: dall’ospedale al mare, al palazzo del cinema al Lido, alla torre Palais Lumiere, all’area dell’ex ospedale Umberto l° di Mestre. Risale infatti al 2005 l’idea di costruire a Mestre un Museo caratterizzato sulle trasformazioni sociali e culturali del ‘900 in un’area di circa 9.000 metri quadrati al centro di Mestre. Cinque anni dopo, nel 2010, fu bandito il concorso di architettura per la progettazione dell’M9, vinto dagli architetti Sauerbruch e Hutton.

Ma la realtà spiacevole è constatare il passare degli anni e intuire quanto ancora lontana nel tempo sia la meta. E’ percepire un torpore profondo che ormai sembra aver avvizzito la coscienza e l’intelligenza di molti che non trasaliscono più difronte a tempi biblici nella realizzazione di opere importanti. I ritardi accumulati non sono solo la conseguenza di una burocrazia oppressiva, di regole e leggi fatte apposta per imbrigliare i progetti più sensati. C’è anche dell’altro. C’è che hanno inciso i rapporti non sempre collaborativi con l’amministrazione comunale. Come dimenticare che c’è voluto più di un anno per arrivare all’intesa tra Comune e Fondazione e come non ricordare le polemiche del sindaco prima sulla capacità economica degli investitori e poi sulla necessità di dotare il museo di parcheggi, una prescrizione controversa tanto che l’area di circa 400 metri quadrati di posti auto rimane indeterminata. Anche l’aver inserito nella convenzione la strada di un bando di gara europeo per i lavori ha suscitato perplessità e ritardi.

L’apertura dei cantieri era data per i primi mesi del 2014. Ora, le ultime notizie stampa indicano maggio per il via ai lavori. Andando però un po’ indietro nella cronaca locale, si scopre che l’obiettivo era di mettere la prima pietra nel giugno del 2013 e che il Museo M9 (ora la Fondazione Venezia lo definisce “Spazio M9”) avrebbe aperto le porte ai visitatori in occasione dell’Expo 2015. Da cinque mesi si conosce il vincitore dell’appalto, l’impresa vicentina di costruzioni Maltauro spa, classificatasi al primo posto nella graduatoria. E solo ora sembra siano state completate le verifiche circa la congruità e la correttezza delle condizioni dell’offerta da parte della società. C’è dunque speranza di vedere presto l’apertura dei cantieri. Noi di Reset ce lo auguriamo. Il passaggio è cruciale. L’M9 è un tassello importante di un nuovo disegno di rigenerazione urbanistica della città. Un volano per rivitalizzare il centro città. Rappresenta un’opportunità, unica e straordinaria, per introdurre Mestre in un moderno e innovativo circuito di turismo culturale e didattico. Perderlo o allontanarne nel tempo la sua realizzazione sarebbe criminale.

cantieri, M9, Museo del 900, Via Poerio

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Sandro Bergantin

Veneziano emigrato a Mestre. Bancario in pensione. Impegnato per molti anni nell'associazionismo e nel volontariato cattolico. Dal 2000 al 2005 Consigliere comunale a Ca' Farsetti nella lista civica "La Città Nuova". Dal 2006 al 2013 presidente del Centro culturale Santa Maria delle Grazie a Mestre. Tra i promotori dell'associazione VeneziaMetropoli

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