Luca Battistella è uno primi sottoscrittori del manifesto di RESET e ha fatto parte della rosa di candidati che Reset aveva indicato come vicini ai principi che ci ispirano, e per ciò stesso meritevoli di essere votati per il Consiglio Comunale. Luca è nato a Mestre 54 anni fa, esercita la professione di architetto. Cosa che traspare perfino dal suo aspetto, dalla cura dei particolari e dal gusto con cui si veste. Ha una compagna con cui ha avuto una figlia che ora ha sei anni, e si è presentato nella Lista Brugnaro risultando eletto. Nei prossimi giorni farà il suo ingresso a Ca’ Farsetti e andrà a sedere nei banchi della maggioranza del nuovo sindaco. A pochi giorni dal suo debutto nella veste di consigliere comunale, abbiamo voluto incontrarlo per fare con lui quattro chiacchiere in modo da conoscerlo meglio.
Luca, innanzitutto complimenti da parte di Reset e un augurio di buon lavoro. Con che spirito e con quale bagaglio di esperienza ti accingi a questo nuovo incarico?
Con una grande voglia di fare, un desiderio di dare il mio contributo alla soluzione degli enormi problemi di questa città, che abbisogna di una rinascita. Poi, ti dirò che non sono proprio nuovo a questo genere di esperienza. Già negli ultimi anni del secolo scorso ho fatto il consigliere comunale a San Donà, dai banchi dell’opposizione. Forse ricorderai, a San Donà si dibatteva da un trentennio la costruzione del ponte, come soluzione che avrebbe evitato la miriade d’incidenti dovuti al passaggio dei camion. Chi lo voleva mettere a sinistra, chi invece preferiva costruirlo a destra. Un’impasse politica che si ripercuoteva negativamente sulla sicurezza dei cittadini. Ebbene, quando è stato il momento, io che stavo all’opposizione, ho dato il mio voto che alla maggioranza mancava per fare approvare il progetto. Credo che questo sia stato un modo giusto di fare politica, che in primo luogo significa risolvere i problemi concreti dei cittadini, migliorandone le condizioni di vita. Al di là degli schieramenti e delle divisioni della politica.
Parla un po’ della tua formazione. Che competenze hai sviluppato nel corso della tua vita?
Ho sempre avuto un grande interesse per l’arte e per il teatro. Ho studiato architettura e urbanistica, e all’esame di abilitazione la commissione era presieduta da Aldo Rossi, che i veneziani ricorderanno per il suo Teatro del Mondo. Ricordo che Rossi, dopo l’esame, mi chiese se già lavoravo. L’aveva probabilmente intuito dal mio modo di disegnare. E mi propose di entrare a far parte dei suoi collaboratori. Io in realtà avevo già uno studio dal 1981 in cui mi occupavo di “interior design” e collaboravo con uno studio di un ingegnere a Mestre. Rifiutai.
Qualche rimpianto?
Beh, forse sì. La mia vita sarebbe probabilmente stata molto diversa. Chissà. Ti dicevo che ho sempre avuto una grande attrazione per il teatro e per lo spettacolo. L’architettura è l’arte di ridisegnare lo spazio. Credo non sia un caso che dall’inizio della mia carriera mi sono dedicato a progettare discoteche. Un po’ in giro per tutto il mondo. Il paese più lontano dove ne ho realizzata una è a Mauritius.
Magari perché avevi maturato anche un’esperienza di speaker radiofonico e di disc jockey.
Sì è corretto. All’epoca delle radio libere, sul finire degli anni ’70, ho fatto delle esperienze che porto ancora nel cuore. Come mi è cara l’attività di disc jockey in locali notturni famosi. Un’esperienza ludica che si affiancava all’amore per la scultura e per la pittura. Che coltivo ancora come ricerca personale. Poi nel ’93 ho aperto lo studio professionale che ancora conduco, che ha fatto sì che potessi lavorare in svariati paesi del mondo, occupandomi appunto di locali pubblici, di spazi per il retail, di ristrutturazioni e di nuove edificazioni. Lavorando sia per la committenza pubblica sia per il privato.
E il tuo rapporto con Mestre e il suo territorio?
Per il tipo di lavoro che ho intrapreso sono sempre stato stimolato a osservare le problematiche sociali e urbane. Le molteplici contraddizioni e antinomie di questa città hanno fatto maturare in me il desiderio di poter partecipare al grande progetto di trasformazione della mia città. E ciò mi ha portato a proporre progetti con l’obiettivo di riorganizzare e ricucire il tessuto relazionale di quelle parti di cui è composto il nostro territorio. Per questo, anche alla luce del mio nuovo impegno in Consiglio Comunale, cercherò di operare per ricucire assieme parti di città sotto un unico, grande, vero e condiviso progetto per una grande metropoli. Una metropoli che permei le menti e il vivere delle persone che vorranno parteciparvi o anche solo viverci. Una dimensione di città che ci spetta. Ma che va costruita e conquistata. Per cultura, storia, posizione geografica e per le sue genti.
Volendo sintetizzare?
Volendo sintetizzare ricorrerei ad alcuni concetti che sono alla base della mia riflessione e del mio agire politico. Concetti che riguardano la mobilità delle persone, la velocità delle trasformazioni, la fluidità delle informazioni e la cultura delle convivenze.
Un bel progetto. In bocca al lupo allora da parte di Reset.
Crepi.
candidati, Comune di Venezia, Elezioni 2015, elezioni amministrative venezia 2015, Luca Battistella