Sembra il titolo di un bruttissimo B-movie che parla di plantigradi che tornano dall’oltretomba e invece rischia di essere un ancor più brutto scenario con cui confrontarsi alle prossime elezioni amministrative nella primavera del 2015.

Non c’è modo di indorare la pillola per cui saremo brutali:
Si dice che Giorgio Orsoni, da molti considerato il peggior Sindaco degli ultimi trent’anni, si prepari a salire sulla carrozza che lo porterà al suo secondo mandato trainato da una “Alleanza non convenzionale” che ricalca l’attuale schieramento del Governo Renzi.
Dato per politicamente defunto, dal giudizio dei cittadini e dai risultati fallimentari del suo primo mandato (degno coronamento di vent’anni di declino e malgoverno) emergerà dalla tomba politica in cui sembrava sprofondato come fanno gli zombies, i morti viventi, accompagnato dalla stessa corte di zombies che già lo sostengono.

I tre perché della riconferma.

In barba a tutte le previsioni dettate dal buonsenso – quelle per cui chi governa male se ne torna a casa – il Sindaco potrebbe vedersi spianata la strada per restare a Ca’ Farsetti per “merito” di un magica convergenza di situazioni ed interessi:

  1. Il Partito Democratico in città è ridotto al lumicino: non ha un solo leader degno di questo nome, non uno straccio di idea sulla città, non un singolo progetto a cui aggrapparsi. Il PD oggi è fatto di un esercito di sergenti alla deriva, interessati solo a trovare una sedia per garantirsi un piatto di zuppa calda. Anche i renziani della prima ora, nonostante la forte leadership nazionale del loro Segretario, non sembrano trovare gli spazi, il coraggio o la speranza di potersi presentare come alternativa credibile.

  2. L’altro grande partito, quello dei conservatori, è diviso in tre. I “vecchi” di Forza Italia e i “nuovi” dell’NCD e Fratelli d’Italia – in altre parole i “berlusconiani”, gli “alfaniani” e le “50 sfumature di nero” – si scannano tra di loro impegnati nella guerra civile interna al centrodestra. Quand’erano uniti, in altri appuntamenti elettorali si sono trovati di fronte candidati di sinistra imbattibili; ora che basterebbe un soffio per abbattere Orsoni, sono irrimediabilmente spaccati in tre.

  3. Si ripropone quindi a Venezia lo stesso schema che sta funzionando a livello nazionale: il PD, incapace di altra via, si allea con la parte “alfaniana” del centrodestra e si circonda di altri vari orpelli centristi, et voilà… Orsoni è il candidato che accontenta tutti, anche la Chiesa, anche l’Udc e tutto quanto sta nel mezzo, anche Forza Italia che in cambio della sua non belligeranza o opposizione di facciata e appoggio all’inevitabile secondo turno saprà farsi ben remunerare.

Ecco allora che la via per il Sindaco uscente è spianata, e ci troveremo di fronte l’Orsoni Bis, o meglio l’Orsoni zomBIS

La Sinistra storica accetterà tale patto? Non crediamo proprio.
Quando sarà il tempo delle urne Orsoni, candidato di una grande alleanza a cavallo del centro, si troverà a sinistra a confrontarsi al primo turno al massimo contro un candidato debole proposto dalla “sinistra sinistra”, uno pseudo Bettin qualsiasi. Il nome importerà poco visto che non sarà certamente vincente, la cosa importante sarà mostrare i muscoli al primo turno per poi assicurarsi la presenza nella prossima Giunta abbozzando al secondo turno, morale: al momento buono tappiamoci il naso e votiamo Orsoni pur di non perdere il Comune e i nostri piccoli e grandi feudi.

E il Movimento 5 Stelle di Grillo? Sarà il granello (e che granello) che farà inceppare il meccanismo e che costringerà tutti al secondo turno ma non potendo / volendo fare alleanze il suo risultato rischia di diventare inutile.

C’è da chiedersi poi in questo scenario che farà la Venezia liberale, quella di Lista Civica, di Fare e dei vari micro-partiti scaturiti dalla implosione del centro e centrodestra a livello nazionale. Sono pochi punti percentuali nell’insieme ma bisognerà vedere in uno scenario simile se avranno il coraggio di essere alternativa o convergeranno insieme al resto del gregge.

Stante così le cose Orsoni potrebbe non avere alcun problema a vincere alla fine. Il Sindaco meno amato dai cittadini farà bingo e sarà rieletto al secondo turno.

Alcuni ostacoli che potevano essere d’inciampo lungo questo percorso sono già stati tolti. Vediamoli:

  1. Si dirà che Renzi, capo forte del PD, non può gradire un candidato così inviso ai cittadini, e così “vecchio”. Però Orsoni è già diventato un “renziano di ferro”, e garantisce a Renzi, anche a Venezia, lo schema che già funziona a Roma. A Renzi va bene; e i renziani veri di Venezia, che Orsoni proprio non lo vorrebbero, purtroppo non contano nulla: il PD veneziano infatti è in mano ai renziani della seconda ora, quelli finti, quelli che Bersaniani prima, Cuperlo-Civatiani poi hanno infine annusato l’aria e sono diventati i “rottamatori” più vocianti.

  2. L’altro ostacolo già tolto dalla strada su cui corre la carrozza di Orsoni è quello delle primarie. Le primarie sono giuste, spiega lo stesso Orsoni, e tutti dovrebbero farle; le farei anch’io, aggiunge… ma le ho gia fatte al primo mandato, e tanto basta. Appena eletto, il nuovo segretario del PD veneziano, Emanuele Rosteghin, ha detto appunto: “Primarie? Vedremo se saranno necessarie”.

  3. C’era un terzo ostacolo alla riconferma di Orsoni, ed era il seguente: Orsoni stesso non ha nessuna voglia di rifare il Sindaco. La voglia e la speranza di far bene l’ha persa da un po’, e si vede. Però il problema non si pone. Orsoni è stanco, ma ancora più che stanco è orgoglioso e attaccato al potere: non può andarsene da perdente, non può accettare di essere messo alla porta. Resta per forza, anche controvoglia. Per puntiglio e a guardia degli interessi di un sistema di cui fa parte e che ha partorito quel fantasma di città in cui viviamo.

E’ la peggiore delle situazioni possibili. L’effetto delle tre precondizioni, favorite dai tre ostacoli levati dal percorso, è drammatico. La situazione verso cui la città di Venezia sta andando è la peggiore che si possa delineare: governerà un Sindaco incapace, e pure annoiato, debole dentro una coalizione debole. Né lui né le forze politiche che lo supportano (sopportano) avranno un solo motivo, o una sola chance, per cambiare una virgola nella gestione della città.

E invece la città avrebbe bisogno di un vero RESET. Avrebbe bisogno di alcune riforme radicali – prime fra tutte quelle della governance urbana, della gestione delle municipalizzate e dei servizi, delle regole di convivenza civica – senza le quali è destinata ad altri cinque anni di decadenza.
Questa città avrebbe voglia di tutt’altro che di un Orsoni zomBIS.
Questa città avrebbe bisogno di un nuovo inizio.

alleanze, elezioni, Lista Civica, Movimento 5 stelle, NCD, orsoni

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