Le prime dichiarazioni pubbliche del Commissario Zappalorto sembrano confermare l’intenzione di andare avanti spediti sul cammino della Città Metropolitana.
Secondo RESET Venezia questa è un cosa positiva solo a determinate condizioni come più volte ribadito nei nostri interventi sull’argomento.

Ecco il testo che abbiamo inviato a Il Gazzettino e che è stato ripreso nella edizione di oggi, 7 luglio 2014.

Era il 6 giugno scorso quando RESET Venezia chiedeva con forza le dimissioni dell’allora Sindaco Orsoni e di tutta la giunta, auspicando l’arrivo di un Commissario.

RESET scriveva “ … RESET vede nel commissariamento immediato del Comune anche una opportunità.
Chiede che sia un commissariamento che affronti i nodi del presente della città, e che dia tempo ai cittadini che vogliono impegnarsi attivamente di costruire un’idea nuova di città che passi per il rilancio economico nel nome della trasparenza amministrativa.
Questo RESET forzato deve consentire ai cittadini e alla città una lunga pausa di neutralità e terzietà per arrivare sereni e preparati alle elezioni del 2015.

Il Commissario è finalmente arrivato ed uno dei nodi principali su cui il Commissario Zappalorto ha annunciato di voler lavorare è appunto quello dello Statuto della Città Metropolitana.

Chiediamo quindi con forza al Commissario che garantisca che lo Statuto della Città Metropolitana di Venezia sia redatto attraverso un processo partecipativo e che preveda la possibilità di elezione diretta del Sindaco e del Consiglio a suffragio universale.

Questo non è solo un sano principio di Democrazia ma in tal modo, su iniziativa del prossimo consiglio comunale, si potrà procedere anche all’articolazione del territorio del Comune di Venezia in almeno tre nuove entità (ipotizziamo Marghera, Mestre e Venezia).

Un’ articolazione efficiente, funzionale alla miglior organizzazione del territorio, che potrà dare una risposta vera alle istanze di un’azione amministrativa decentrata, che si coordini e non si contrapponga alle politiche di area vasta del Sindaco metropolitano, secondo le finalità della legge.

Si proceda dunque a strutturare la Città Metropolitana di Venezia in funzione delle esigenze di tutto il suo territorio, senza dare spazio al progetto della PaTreVe che relegherebbe la città storica di Venezia ad un vuoto show-room e condannerebbe la terraferma Veneziana ad essere un’area residuale, un dormitorio tra ipermercati, senza alcuno spazio per le giuste aspirazioni di sviluppo e crescita, schiacciata da realtà già troppo strutturate quali Padova e Treviso che certo non cederebbero funzioni.

Quindi avanti tutta con la Città Metropolitana di Venezia,

avanti tutta con l’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio metropolitani e si cominci a ragionare tutti insieme sul futuro della nostra Città e sulla miglior articolazione del suo territorio, superando la cieca prospettiva di una divisione in due in chiave di contrapposizione o, forse ancor peggio, di pretesa estraneità

In calce l’estratto dell’intervento apparso su il Gazzettino del 07/07/2014

Gazzettino-RESET-Città-Metropolitana-7-7-14

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