A quasi un anno di distanza dalla nostra inchiesta sul fenomeno dilagante degli affitti turistici brevi su AirBnB a Venezia e a pochi giorni dal rilascio dei nuovi inquietanti dati sull’aumento esponenziale del numero di appartamenti ad uso turistico in città [vedi riquadro sotto] prendiamo spunto da un interessantissimo articolo de El Pais [ link: http://ccaa.elpais.com/ccaa/2016/08/10/catalunya/1470858417_227297.html ] per fare assieme a voi il punto della situazione e capire se e come affrontare finalmente il problema.

L’ottimismo di Agostini e Zuin per le maggiori entrate a livello di tassa di Soggiorno, la rassegnazione di Folin e il senno di poi di D’Agostino non ci bastano. Crediamo che si debbano trovare soluzioni sostenibili che, pur preservando il sacrosanto diritto dei proprietari a mettere a frutto i loro beni, li mettano in condizione di farlo salvaguardando al contempo il tessuto culturale cittadino ed evitando di sacrificare la residenzialità nella città storica sull’altare del profitto.


Questi che trovate sotto sono i dati di oggi.
Un problema che come vedete ormai non riguarda più solo la città d’acqua ma anche la terraferma [Mainland nel grafico] che ha raggiunto numeri vertiginosi.

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Barcellona ha registrato nel 2015 8,9 milioni di turisti. Un nulla rispetto a Venezia che secondo i dati ufficiali si attesta sui 22 milioni, mentre quelli non ufficiali già parlano di circa 28/30 milioni di presenze. Per questo il Comune catalano ha preso l’iniziativa nella lotta contro un problema che colpisce anche altre città spagnole: l’economia sommersa e la gentrificazione che c’è dietro gli appartamenti turistici illegali che si promuovono attraverso piattaforme come Airbnb e Homeaway. Alcuni dati si possono leggere nell’articolo pubblicato oggi dal quotidiano spagnolo El Pais.
Riportiamo le notizie più interessanti.

Nelle Baleari è proibito affittare appartamenti di uso turistico, ma solo case. Nelle Canarie è permesso affittare alloggi turistici solo se stanno in zone non turistiche. In Andalusia si può affittare solo se il proprietario vive nella casa. In Catalogna l’appartamento deve avere un certificato di abitabilità. A Madrid la norma prevede un soggiorno minimo di cinque notti. A Londra, il nuovo sindaco Sadiq Khan ha intenzione di imporre che gli appartamenti siano in possesso di assicurazione contro gli incendi e altri incidenti. A New York scatta una multa se il soggiorno è inferiore ai 30 giorni e se il proprietario non vive nell’appartamento. In Islanda esiste una tassa su ogni intermediazione di Airbnb.

Il Comune di Barcellona ha destinato 1,3 milioni di euro per aumentare le ispezioni e chiudere gli appartamenti turistici senza licenza. Una delle misure è stata chiedere la collaborazione cittadina attraverso un sito web dove si può denunciare la presenza di questi appartamenti, come già accade a Berlino. Il risultato dopo un mese di funzionamento sono 475 denunce via web e 31 telefoniche. Ciò ha portato nel primo mese a 256 ordini di chiusura e all’avvio d’indagini su 406 appartamenti.  Il sito invita l’inquilino di un appartamento turistico a verificare che l’alloggio sia legale.

E i cittadini possono girare per le strade in cerca di appartamenti senza licenza e denunciarli. Sempre il Comune di Barcellona annunciava mercoledì scorso che se queste piattaforme continueranno a pubblicare annunci di appartamenti senza licenza, incorreranno in una multa di 600.000 euro. Airbnb ha due milioni di alloggi in 34.000 località di 191 paesi.

Un’ultima considerazione: a quando il Comune di Venezia vorrà davvero impegnarsi in questa battaglia a difesa della legalità e contro la trasformazione sempre più spinta degli appartamenti cittadini in residenze per turisti?

Costerebbe molto alle casse del Comune veicolare intanto un’informazione corretta sulla questione affittanze turistiche alle migliaia di turisti che visitano il sito istituzionale prima di venire in città? In attesa, beninteso, che il Comune metta finalmente in atto alcune delle auspicate buone pratiche già attuate da altri grandi comuni europei.

Non serve molta fantasia, già città come Berlino e Barcellona potrebbero molto insegnare.


Risorse:

Ecco il link al sito del Comune di Barcellona in cui si può verificare se l’appartamento ad uso turistico che si è prenotato o che avete come vicino di casa è illegale : http://meet.barcelona.cat/habitatgesturistics/en/ 


Rassegna Stampa:

  1. http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2016/08/12/news/boom-di-b-b-1-190-in-piu-in-soli-11-mesi-1.13953060
  2. http://www.italianostravenezia.org/2016/08/12/affitti-turistici-arrivano-altri-dati/

Altri articoli interessanti sull’argomento :

  1. http://www.luminosigiorni.it/2016/08/venezia-non-e-un-albergo/
  2. http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-796bdc31-bfe2-4688-b2e0-3562db320c95.html#p=0
  3. http://www.economist.com/blogs/gulliver/2016/07/tough-gig?fsrc=scn%2Ffb%2Fte%2Fbl%2Fed%2F
  4. http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/06/airbnb-se-la-sharing-economy-distorce-il-mercato-immobiliare/2957613/

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