Ma quanti turisti ci stanno a Venezia?
Dopo quello che è successo in questi giorni pare sia sempre più lecito porci questa domanda, e soprattutto sempre più urgente dare una risposta. Andiamo per gradi e facciamo un po’ di storia. Su quella che si definisce la capacità di carico della città esistono nel tempo tre studi, un po’ tutti datati.
Il primo risale al 1988 ed è stato condotto da Jan Van Der Borg e Paolo Costa, e fissava una capienza massima giornaliera a 20.750 turisti, pari a un totale di presenze annue di 7,5 milioni di turisti. Segue uno studio, sempre di Costa, del 2002 presentato all’Unesco in cui le soglie venivano riviste al rialzo e fissate in 22.000 presenze giornaliere per un totale annuo di 8 milioni. Infine c’è lo studio che il Coses ha fatto nel 2009, il più recente di cui si dispone, che fissa la soglia massima giornaliera in 35.000 turisti per un totale annuo di 13 milioni.
Cifre ampiamente superate dalla realtà.
Realtà che registra un tale livello di presenze turistiche che ormai ci impone di rovesciare il problema e cominciare a riflettere sulla capacità di evacuazione di vaste aree cittadine in caso di eventi che possono mettere in pericolo e seminare il panico tra le folle che quotidianamente intasano le vie del centro. Ovvero di calcolare le soglie di sicurezza.
Se prendiamo ad esempio la zona di città compresa dalle rive di Piazza san Marco a quelle prospicienti il Canal Grande nei pressi di Rialto, avremmo ottenuto un’area corrispondente a quella che è occupata da un campo di calcio. Per poter stabilire la massima capienza, ai campi di calcio si applica una formula che prevede che dalle uscite di sicurezza possa uscire tutto il pubblico contenuto nel tempo di 8 minuti, con un flusso di 66 persone al minuto per ogni metro di larghezza in uscita. Questo è uno standard europeo (CEN) inderogabile.
L’area cittadina in questione ha in totale 17 uscite con larghezze cha variano dalla più stretta che misura 1 metro e settantadue, fino al Ponte di Rialto che permette una via di fuga larga più di 12 metri. Ne consegue che, fatti i calcoli per le 17 uscite dall’area presa in esame secondo i criteri stabiliti per i campi di calcio, il massimo di capienza risulta essere 29.000 persone.
Ben al di sotto di quanto giornalmente si verifica oggi, e soprattutto lontano da qualsiasi trend dei flussi turistici che si registreranno in futuro in assenza di una politica che ne determini il controllo.
Se si aggiunge che non esistono ancora dati certi che possano misurare il fenomeno dell’escursionismo, che i turisti sono ormai troppi, che i veneziani sono sempre meno e presto sotto la soglia di 50mila, che i posti letto turistici siano già sopra alle 35mila unità…. NON RESTA CHE PENSARE SERIAMENTE A SOLUZIONI che in qualche misura ripercorrano la strada del numero chiuso.
Venezia non è un universo infinito, ma al contrario un luogo finito e ormai alle corde. E se da una parte non si può impedire a nessuno di visitarla, di certo gli si può chiedere di attendere il suo momento per visitarla. Per la sua incolumità, e per quella della città che vuole visitare.
Soluzioni, anche nel recente passato, sono state da più parti avanzate, una più o meno sensata dell’altra. Si tratta di adottare le idee migliori prima che la città subisca la sua ennesima e probabilmente ultima sconfitta. Si tratta di non consentire che il dibattito che ancora una volta si è sviluppato in città dopo gli ultimi casi di affollamento e di paralisi non rimanga, come già successo in passato, chiacchiera morta.
Non c’è più tempo. L’Amministrazione Comunale faccia la sua parte senza timidezze, difendendo l’interesse collettivo e di salvaguardia della città, anche a scapito di interessi miserevoli che la vorrebbero sfruttare senza alcun criterio.
Il sindaco e la sua Giunta devono uscire dal limbo e prendere chiare decisioni che diano un messaggio non equivocabile alla città. Se la soluzione richiede il coinvolgimento di altri, facciano sentire la loro voce a Roma, arrivino anche a scendere in piazza, a incatenarsi davanti a Montecitorio se necessario, per scuotere il torpore di coloro ai quali è demandato il potere di sciogliere da un punto di vista legislativo e decisionale i lacci che impediscono che Venezia possa finalmente attuare un serio controllo dei flussi turistici. Consentendole di mettersi alle spalle decenni d’inutili chiacchiere che, per chi ha qualche anno sulle spalle, appaiono sempre più come sinistre prese per i fondelli dei suoi cittadini.
La città non li lascerà soli in questa battaglia.
- I dati riportati nel testo sono desunti da Venice Project Center di Fabio Carrera
- maggiori approfondimenti sui temi della mobilità, sicurezza e turismo possono essere raccolti dai minisiti dei team che hanno partecipato alla stesura della ricerca Safe and Sustainable Tourism: Managing Venice’s Millions of Visitors / Mobility in Venice: Alleviating Congestion and Improving Navigation
- immagine di copertina presa dal sito de La Nuova di Venezia e mestre